venerdì 9 settembre 2016

Piacenza e Castell'Arquato, tra medioevo e cimiteri


Non sono brava con questo genere di post turistici, ma questa estate mi sono concessa pochi giri a causa di un trasloco che mi ha tenuta impegnata.
Ma io che del resto mi fingo una vispa becchina, potevo forse evitare il tour per i cimiteri della zona?
Un tour fatto di due uniche tappe in realtà, e di cui le foto non sono molte e non rendono giustizia alla bellezza dei posti citati in titolo.

Piacenza è una città magnifica, ha tutto e un sacco di monumenti e castelli nei paraggi che vanno visti, nonchè chiese gotiche e altre strutture architettoniche.
Questa volta però ho insistito per una visita al cimitero, che mi ha entusiasmato per la sua enormità!
Non solo è suddiviso in diverse aree che non sono riuscita a visitare tutte, ma è ricco di monumenti, cripte e tombe davvero sfarzose, regali, imponenti. Sotto le arcate ci sono le famiglie, probabilmente dei più ricchi o numerosi, tra statue, colonne e veri e propri scenari più che semplici tombe. I fori sono sugli scalini, si da permettere la fuoriuscita dei gas.

Purtroppo non sono riuscita a fotografare le mie preferite, ma rimedierò.
C'era la tomba di uno scrittore, e la lapide era rappresentato dal busto scolpito di una donna che usciva dalla terra, reggendo tra le mani un grosso tomo su cui erano incise belle parole d'amore.
Romantico!
Un'altra sembrava un pozzo uscito da uno scenario fantasy.
C'erano le aree di lapidi in fila, semplici sbozzi di pietra senza nomi ma solo numerate, che mi hanno tanto ricordato lo scenario in cui ho giocato nei panni di Dinebra in questo tempo, senza fronzoli.
Il caldo era troppo, è una gita che va fatta quando è fresco, così il tempo è stato davvero poco, ma quanto basta per incitarmi a tornare e ammirare le meraviglie post mortem!









E Castell'Arquato?
Il cimitero non era così vasto, ma di grande bellezza per la sua immersione nel verde, tra cipressi, pini marittimi e altri alberi da me non identificabili per ignoranza, nonchè la bella vista sulle colline attorno, oltre il parapetto.
Castell'Arquato è un posto in cui il tempo sembra essersi fermato, caratterizzato da strutture sopravvissute all'epoca medievale. C'è il castello con la sua bella piazza, le strade sono tutte fatte di sasso e ciottoli, molte viuzze sono troppo strette per essere praticate con i veicoli, ci sono  molti gradini, i soffitti a volta e ogni dettaglio, anche il più moderno, si rifà allo stile, che siano i cartelli di presentazione o i nomi del bar/locande, la disposizione dei fiori, le piante e altro su cui soffermarsi  rimirando gli scorci.
Prima di puntarmi sul suo cimitero, posterò qualche foto del luogo generale:











Se anche voi avete letto "Via A. Scroto", siamo sulla stessa barca, perdonatemi, bara!
Venendo al cimitero, c'è un grande parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina comodamente, per poi scendere in paese dopo il tour mortifero.
La prima cosa che mi si è presentata, è la facciata con i cipressi:



Dalla strada che porta in paese, la vista è quella che avete visto più in alto, con la torre. Altre visioni:


Proseguendo verso l'entrata del cimitero: uno stradino fiancheggiato da alberi da un lato, e bocche di lupo dall'altro, collegati ai sotterranei dove ci sono i loculi. Qui, la brezza cadaverica c'è per davvero!


Entrata, l'area è comunque grande, ricca di cripte di mattoni, alcune di architettura gotica. Diversi spazi verdi e, come specificato, i luculi sono per lo più nei sotterranei, che scendono per un paio di piani se non ricordo male.













 





 Quella vetrata colorata era magnifica! Unico difetto? Era una giornata troppo bella, troppo azzurra. Un posto in cui tornarci tra l'autunno e l'inverno, non certo a Ferragosto, dove i picchi massimi di calura e afa hanno reso impossibile godersi il giro con la calma necessaria, boccheggiando in cerca di una fontana d'acqua.
Ai fiori però, l'acqua la danno gratis!

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