giovedì 8 settembre 2016

Ho scritto che sono una becchina

... per finta.
Si mi piace immaginare di essere una becchina.
Lo faccio, lo gioco ove la fantasia mi permette di dare vita a questo personaggio ispirata dalla parte delle radici, lì nel sottosuolo ove si snodano come serpi.
E' un mestiere che tutto sommato ti dà la possibilità di esprimerti, io lo faccio ironizzando. Ma lo faccio con una pazzia cosciente, perchè credetemi che non è semplice dominare le reazioni tra puzza di cadavere, ricucite, orrori di ogni genere pronti a sconvolgerti l'esistenza. Ma è un' espressione che racconta e vive scolpita man mano su queste vuote lapidi, così sono libera nella follia e nella morte, conservando le storie per le prossime catene. Tanto crescono queste radici fino a sollevare il suolo che calpestiamo.
Sotto di voi magari c'è un morto, ma il passato non è mai morto.


Io sono e non sono Dinebra, perchè ella è frutto della mia mente.
Non vi dirò in questo spazio il nome che ha la mia persona, nè la mia età, o dove sono nata o altro.
mi mostrerò magari, e racconterò di me, del resto oltre Dinebra sono una donna, non comune, chiusa ed emarginata per scelta, ma pur sempre una persona e una donna che vive e che non soffre della schizofrenia o delle malattie mentali della mia creazione.

E' una notte di fine estate pronta ad accogliere l'autunno, e non aggiungerò altro per dovere.

Tante parole per dire che ho sonno, ma non volevo lasciare il blog vuoto dopo la sua neo apertura: una radice è stata insinuata... non resta che osservare come si evolverà




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