giovedì 8 settembre 2016

Ho scritto che sono una becchina ma per finta (parte 2)

... che quindi non significa che non mi piacerebbe provare ad esserlo nella realtà, e sottolineo il provare, perchè come tutte le cose... tra finzione e realtà di differenza ne passa.
Ci tenevo a parlare un po' di Dinebra, questa mia bizzarra creazione nata tre anni fa, ma poichè si spenderebbero pagine e pagine in dettagli al momento inutili, dirò a grandi linee alcune delle sue caratteristiche:

Dinebra è una donna che ha passato i trenta.

Il suo aspetto dovete immaginarvelo come una guerriera gotica armata di pala, pallida, mora e occhi verdi: capelli corvini alla Morticia di lunghezze esagerate, discretamente gnocca.  Ma una che sposta casse da morti e scava tutto il tempo, di certo è anche dotata di un bel paio di bicipiti. Quindi... se pensate che le sberle del fu Bud Spencer fossero potenti (RiP), provate le sue.

E' alta un paio di metri, perchè tutto di lei è esagerato, è DINEBRESCO (termine dinebrico di cui impareremo presto il significato).
POTREBBE avere origini nordiche ma la realtà dei fatti al momento la tengo per me.

Ha chiodi fissi tutti suoi e grossi disturbi (comporta)mentali incomprensibili agli interlocutori, ma che risultano a loro estremamente simpatici e divertenti. I matti sono sempre un po' buffi del resto, a causa dell'assoluto no-sense in cui solo loro riescono a interpretare il reale significato che sta alla base. Così sotto sotto uno spiraglio di intelligenza si intravede timido e acerbo.

Gioiosa, manesca ed esuberante in modo infantile, non te lo aspetteresti da un donnone macabro che pare più una regina cattiva delle peggiori fiabe. Ti fa vergognare di conoscerla!

Si, è  cattiva, cattvissima, vi sbriciola le crostatine mulino bianco sul letto, mica pizzi e fichi!
E per carità non fatele cucire i bottoni, che ve li attacca di proposito con lo sputo.

Coltiva carciofi spinati con grande devozione per suoi credi più o meno mistici legati al mondo dei morti, per farci poi un tè. Insomma, carciofi, tè e morti, tutto torna no?

Ha la voce ruspante, di volume oltre l'accettabile, ed è dura d'orecchio.

Le piacciono i mostri e usare ogni cosa in modo improprio per inventiva e utilità. Ad esempio, per ridonare volume alle palpebre dei cadaveri da preparare per i funerali, poichè con il post mortem i corpi perdono liquidi, adopera gusci di noce. Lei ama i gusci di noce! mentre voi li scartate, lei li raccoglie.

E' a suo modo tetramente innamorata di un demone che ha l'espressività di una lapide, del resto si sa: gli opposti si attraggono.

Queste e tante troppe altre cose su di me, sulla mia Dinebra.
E che ne faccio di tutto questo o che ne farò? L'ho giocato in un gdr di cui non voglio ora fare nomi.
Ne farò un fumetto quando il signor tempo, che come direbbe Dinebra ci è nemico, me lo permetterà.
Per ora qualche curiosità è stata data, da cui ne derivano sempre più domande, ne sono sicura.



(Dinebra, prima di usare la pala, si armava di mestolo e pentola, spada ed elmo)

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