giovedì 22 settembre 2016

RIP: Ritornando In Pista.

Dove "pista" sta per strada, ma in tanti confondono un po' le cose.
Fatto sta che era un po' di tempo che non prendevo la macchina e quindi che non mi capitavano gli storditi alla guida, ma oggi il fato ha deciso di regalarmi una bella perdita di tempo: già perchè più che alla "guida", direi una stordita in sosta, nel bel mezzo della strada di un parcheggio. Per l'appunto, arrivo a cercare parcheggio, anche con una certa fretta, perchè ormai è quasi l'ora dell'appuntamento in ospedale. Mi ritrovo sta qua ferma davanti a me che non si muove nemmeno quando si accorge che sono dietro, incolonnata. Penso che magari, qualcuno stia uscendo ora dal parcheggio e quindi ella stia solo attendendo di avere il posto libero. Invece resto li, tipo 10 minuti. Nessuno esce, questa non si muove, i vu comprà in fondo osservano incuriositi. Non posso fare inversione dato che mi ritroverei contromano, e questa non mi da comunque lo spazio per farlo. Non posso manco andare in retro (non sto a spiegare l'incrocio, sappiate che non si può e basta, a meno che non vogliate ritrovarvi qualcuno piombarvi addosso). Posso solo sperare di andare avanti, per uscire perchè è tutto pieno, ma questa qui non si schioda, anzi, resta beatamente in mezzo ai coglioni.
Do un colpo di clacson: sussulta. Buongiorno eh? Si sposta di cinque centimetri più avanti. Okay, fare uno sforzo in più? Niente, continua a bloccarmi la strada. Do colpi di clacson decisi, una, due, tre volte, e questa (che nel mentre aveva pure spento la macchina - avete capito, nel bel mezzo del passaggio-), riaccende il motore e inizia a fare la sua gran scenata isterica, incazzandosi e prendendosela con me lanciando insulti. Ricapitoliamo: lei blocca il passaggio a ME, e anzichè incazzarmi io si incazza lei? Dopo che ho anche aspettato per minuti? E come ti scavalco, hop-hop gadget macchina sollevati? Purtroppo non ho il carroarmato, chiaramente le passerei sopra senza pensarci. Questa tuttavia mica la capisce che non concede alcuno spazio FISICO necessario per farmi passare, così si limita a scostarsi appena sulla sinistra, pensando che io a destra possa finalmente andarmene. O cretina, lo vedi che la strada è troppo stretta e ci passa una macchina per volta?
Arrivo al limite, e inizio a suonare il clacson in germidiotese. Questa, incazzatissima, fa una partenza a tutto turbo, finalmente spostandosi e guidando come se qualcuno le avesse infilato la cocamentos nel deretano. Il tutto sempre davanti ai vu comprà tanto allibiti da essere diventati bianchi, che iniziano a farmi il pollicione in su e incitare "BRAWA AI FADO BENE!".
Si ma pensate che sia finita? No, la stordita torna indrè. Torna incazzata facendo la rotonda, allo stesso punto di prima, dopo che finalmente sono riuscita a passare. E poi non bisogna augurare a certa gente recidiva di crepare? Certo, magari bisogna aspettare i loro comodi, perdere gli appuntamenti e portargli pure il caffè :)

Dinebra in marcia funebre: coda? Macchè, quella è solo dei quadrupedi.

Riposa In Pista, che prima o poi qualcuno che ti entra in tal cùl lo trovi. Magari ci si fa una bella croce da impalare al posto del cartello di divieto di sosta al di fuori degli spazi delineati.
A giudicare dall'esaltazione dei vu comprà, deduco fosse li da un pezzo a creare altri ingorghi.


giovedì 15 settembre 2016

Cercando giustizia nella morte. Solidarietà femminile? Vince l'invidia


Se dovessimo tirare fuori un esempio recente, citerei la vicenda della ragazza che si è suicidata per via di un video virale messo in rete dal suo compagno, che l'ha vista protagonista: senza fare nomi espliciti, colei che il sesso amò, colei che il sesso filmò, colei che il sesso -indirettamente- la diffamò e colei che infine si suicidò!
Scusate se la frase suona pessima.

Per una donna amare il sesso è già di per sè un delitto, nonchè sinonimo di cattivo costume, figuriamoci filmarsi in privato durante un atto intimo per proprio piacere ed esibizionsimo personali.
Come accennato, pare non sia stata sua volontà far girare il filmato incriminato, bensì il partner che ha pensato ad un infimo tiro mancino.
Non ditemi che se l'è meritato perchè c'è stato un tradimento, non è sicuramente questa la maniera migliore di affrontare un problema (e parlo da persona tendenzialmente vendicativa quando subisce un torto).
Davanti ad una fama impietosa e indesiderata, posso non solo immaginare la terra che ti crolla sotto i piedi, il disagio e il voler cambiare faccia e nome, ma posso anche comprenderlo e respirarlo, giacchè ho subito una esperienza più o meno simile che mi ha vista vittima di diffamazione.
Ed è stato brutto, davvero brutto.
Nel mio caso non si è trattato di erotismo o pornografia, ma di molto molto meno, traducibile come un'esibizione glamour nel mio periodo di fotomodella. Nulla di che, nulla su cui dare importanza, poichè c'era davvero poco da vedere, se non una giovane  ancora impacciata ed ingenua, che sfoggiava una timida parte recitata in cui la vedeva vestirsi ed uscire.
Eppure, quel lieve topless non peggio di quelli sfoggiati dalle millemila modelle nei loro calendari, bastò per appellarmi come troia della città, sì da crearmi intorno una situazione pessima in cui dovetti agire per risolvere il problema.
Denunciare non era possibile, fui sfortunata perchè chi mi diffamò fu furbo, e non potei risalire in alcuna maniera all'autore dello scherzo. Così ci pensò google ad oscurare ogni risultato di ricerca incriminato, e fortunatamente tutto quel che di prima pagina compariva correlato al mio nome, scomparì.
Riuscite ad immaginare l'orrenda sensazione di essere macchiati per sempre, faccia e nome, per non aver commesso nessun crimine e nulla di realmente scabroso? Solo per lo scherzo di qualcuno. Non mi sono suicidata, sono contenta di essere ancora qui, e mi spiace solo che non tutti abbiano avuto la stessa forza.
Però è così signori e signore, lasciate un lembo di pelle nudo, indossate un paio di tacchi con le gambe lunghe, ammettete di amare il sesso e sarete sempre e comunque delle zoccole, per la società.
Un pensiero preoccupante specialmente quando deriva dalle stesse donne, e oggi è a loro soprattutto a cui mi rivolgo, che si ricordano di essere tali solo quando fa comodo loro - e quando non sono vittime di invidia-. Non parlate più di solidarietà femminile, poichè ogni libertà conquistata la calpestate sotto i piedi.
Mi rivolgo a voi, che mi scansionate con la faccia scura quando oso, perchè si, OSO essere bella, e che questo a vostro giudizio mi rende automaticamente una donna superficiale che vende il suo corpo.
Voi che basta il linguaggio dei vostri occhi per sentirvi urlare dentro "ma guarda questa che troia, ammazzati".
A dirla tutta, per quanto io sia un po' dura d'orecchi, non pensate che non vi senta bisbigliare d'invidia alle spalle, nell'invano tentativo di etichettarmi una serie di difetti di cui io stessa ne ignoravo l'esistenza.

Così dite, siete realmente amareggiate per il triste esito che ha avuto la vicenda della fanciulla suicida che amava il sesso e non se ne vergognava? Siete realmente scandalizzate per non poter avere la libertà di ammetterlo senza incorrere in giudizi? Siete davvero sincere quando dite "poverina non se lo meritava"?
Allora prendete atto per prime che c'è sostanziale differenza tra davanti e dietro lo schermo, che è molto più facile giudicare piuttosto che osservare e comprendere.
Magari finitela anche di riservarvi reciproca invidia, competizione e guardare male le altre donne:  tanto ci sarà sempre chi è più figa di voi, senza che debba per forza essere troia, nemmeno se le piace fare filmini osè con il partner, poichè sono certa che se potessi aprire ogni anta del vostro armadio, arriverei alla bara ancor prima di finire di contare le vostre collezioni di scheletri!

"Cammino a testa alta sullo specchio del pavimento con un abito corto e le decollete tacco 15. Quando mi sono vestita, non ho pensato che tale abbigliamento unito al mio fisico slanciato, avrebbe potuto urtare la sensibilità delle altre donne, che avrebbero potuto sentirsi inferiori o avrebbe suscitato in loro invidia. Perchè non sono io la superficiale. Così cammino e sono tranquilla: resto tra i miei pensieri, per la mia strada, non dò fastidio a nessuno e non mi sento ad una sfilata, sono io e basta e mi piaccio così. I gruppetti di ragazze sostano per l'area e chiacchierano tra di loro di cose frivole. Poi, gli sguardi mi si fissano nel momento stesso in cui mi avvicino e passo loro accanto: me ne rendo conto poichè tacciono improvvisamente senza altro apparente motivo. La loro espressione cambia e diviene buia, seguendomi alle spalle mentre proseguo nell'imbarazzo. Non sono sguardi di piacere nè di complimenti, bensì di avversione. Eppure non sono neanche ragazze poi tanto diverse da me, belle, alte e ben vestite, ma per loro sono uno smacco troppo grosso. Così, sentono di dover dimostrare il loro valore, in qualche modo. I commenti conditi di veleno, mi arrivano come colpi nell'orgoglio. Tuttavia so di non essere io ad aver commesso un crimine o aver fatto loro un torto, nel mio peccare di vanità ed essere libera di piacermi. A testa alta continuo ad andare lungo la mia strada, finchè ai loro occhi non divengo un puntino che infine scompare. Solo allora, che non esisto più, tornano serene, riprendendo i discorsi poc'anzi interrotti."

Insultando gli altri non migliorerete nè la vostra condizione nè vi farà sentire meglio, nè arrivare sul piedistallo.
Finchè  non saremo le prime a rispettarci, in questo mondo ci meriteremo sempre lo stupro, per una minigonna, per un tacco alto, per un trucco vistoso, per permetterci la libertà di ammettere che ci piace fare sesso, perchè "siamo noi che ce le cerchiamo". Perchè purtroppo, come detto, è ancora più grave quando sono  le donne stesse vittime di tali e facili ragionamenti (non che per un uomo sia giustificabile, anzi). E' sempre più facile pensare male che bene: scaricando la colpa sulla vittima ci si lava di dosso le colpe di un atteggiamento lesivo, perchè lo sappiamo che è lesivo, ma non ci importa. Anzi, vale la pena assumerlo per farsi una risata e avere l'illusione di essere persone migliori, come nostra ragione di vita.
Una ragione di vita che ha incitato alla morte.

Ma temo proprio che la morte non serve a nulla. O meglio, se ne parlerà come spesso essa comporta, ma non sono certa servirà a  fare giustizia e far tacere i pensieri che si nascondono realmente dietro le facce improvvisamente rammaricate e solidali.
Resta un'ottima Memoria che sottolinea quanto l'umanità sia ipocrita e in grado di cadere in basso, e non mi riferisco di certo a lei.

Baci jellati, anche a voi che vorreste uccidermi con lo sguardo.

Dinè'

Post Mortem: giusto mentre sto concludendo questo mio post, leggo della notizia secondo cui una ragazzina è stata stuprata, e le amiche anzichè aiutarla si sono messe a filmare la scena per poi pubblicare il video su internet.  Eh, benedetta solidarietà,  benedetta coerenza femminile.


sabato 10 settembre 2016

Il Catafalco

Il mio catafalco è pronto.
Mi riferisco alla mia meravigliosa camera da letto proggettata in chiave dark, gotica, barocca,  così soprannominata dai parenti: "ma sembra un catafalco!"
Avevo in mente un'idea ben precisa, ed è una gran soddisfazione vederla ora realizzata, partendo da un render in 3d.
Doveva essere oscura ma elegante, esprimere lusso senza però eccedere troppo nella pacchianità. Odio lo stile moderno, ho sempre amato le vecchie ville, con i loro mobili lavorati, ricchi di fregi barocchi, ma solitamente sfociano in eccessi che sono un pugno in un occhio. Niente foglia d'oro o argento, tutto nero come la morte per i mobili. Niente strass sull'imbottitura della testata del letto, trapuntata.
Jack Aprano è l'artigiano di queste meraviglie barocche, visibili nelle foto più sotto, eccezione fatta per il comò chippendale che ho recuperato in un mercatopoli, ridipinto di nero dalla sottoscritta.
il ripiano è fatto in vetro nero con una decorazione intagliata.
Tutto è in legno massello, e da questo tenebroso armadio ci si aspetta da un momento all'altro l'uscita del conte Dracula!
Perfetto anche per la mia collezione di scheletri, che ormai...
Per l'appunto, manca solo di decorare la stanza con tutte le mie collezioni macabre.
Il pavimento è stata una scelta obbligata, nel senso che è stata l'unico nero lucido a disposizione, con effetto marmorizzato: dire che è splendido è dir poco, molto meglio del solo nero liscio che avevo in mente in principio. La cosa migliore che puoi fare con un pavimento effetto specchio è sostare sopra, calarti le braghe, allargare le gambe e poter ammirare la zona genitale da scorci e punti di vista mai contemplati prima d'ora! Scherzo.
E' stato fatto, in cartongesso, una sorta di "ponte" con i faretti al di sopra della testata del letto, che fa da cornice e crea il giusto effetto teatrale, nonchè aggiunta di illuminazione (dato che i muri sono scuri, e il lampadario gotico un po' più piccolo di quel che mi aspettavo).
Nell'angolo invece figura una meravigliosa poltrona barocca acquistata da le Maisons du Monde, per un angolo relax a cui manca solo una colonna porta vaso, o per appoggiare un libro.
Da ridipingere ci sono gli infissi della finestra e della porta interna, che purtroppo sono ancora bianchi.
L'ambiente è climatizzato con un sistema funzionale senza che si veda.
Ma ora veniamo ai dubbi e le perplessità, perchè la maggiore critica mossa è proprio quella della scelta del colore delle pareti, di questo rosso barocco sabbiato che rabbuia.
Una precisazione: non cerco consigli, sono pienamente soddisfatta della scelta, pur non essendo il rosso il mio colore preferito. Allora perchè?
Non mi importa delle regole del buon interior designer, nè quali siano le fantomatiche leggi mistiche secondo cui i colori sprigionino energie diverse, tipo il rosso non ti fa dormire, "ci vorrebbe un bell'azzurrino pastello!".
Per carità no.
Vi assicuro che qui dentro ci si dorme alla grande, ci si rilassa e non ci si risveglia con gli occhi iniettati di sangue.
E' avvolgente e calda, poichè si presume che una camera da letto non la si usi solo per dormire, anche se va di moda farlo in posti strani, tenevo anche ad un'atmosfera erotica e lussuriosa. Ecco perchè, in parte la scelta del rosso, oltre che per enfatizzare l'aspetto dark vampiresco.

Ma veniamo alle foto e basta chiacchiere, perchè va visto e basta... con la consapevolezza che visto di persona fa molta più scena. (*IMPORTANTE: TUTTE le foto sono di mia proprietà, è vietata la pubblicazione o l'uso senza prima il mio consenso. Per la condivisione, indicate sempre il mio link come fonte originale http://dinebrajella.blogspot.it)


Il comò, originariamente era color...marrone? Con la cornice dello specchio di un marrone alpenlibe urendo però... bleh! Nero è molto meglio, non trovate? 





Su quel letto e su quella poltrona lo ammetto, mi sento una regina cattiva!



Cercate di capirmi: lo so che ho scoperto l'acqua calda, ma non ho mai avuto uno specchio intero, e poter finalmente vedere la mia bella silhouette senza arrampicarmi sulla tavoletta del WC per tentare invano di inquadrarmi nello specchio del bagno, è una bellissima sensazione. L'armadio e il lampadario: il conte Dracula approva.



Questa è la fase pittura all'aperto, a casa dei miei, con vista angolo balcone! Non vi dico come ho ridotto il pennello, manco quando spennelliamo le salme con l'unguento di conservazione!

 Ecco come era in origine il comò, tralasciando la parte laterale già dipinta di nero. Non era male, ma non volevo nulla che fosse marrone o marroncino. Prima di passare la vernice, è stato necessario carteggiare un po' per togliere il lucido.


Questa non c'entra una fossa, o meglio, si e no: taluna angoliera l'avevo presa sempre in un mercatino dell'usato, intenzionata a metterla nella camera da letto poichè era già bella così. Purtroppo non ci stava! Per cui è stata ridipinta di bianco e messa nel salotto (il salotto è al contrario la stanza lucente, il mio "giardino" che dir si voglia).


 Aggiornamento: dimenticavo, Ikea ha uno specchio gotico nelle colorazioni bianco e nero. E' un plasticone chiariamoci, ma ideale per chi cerca qualcosa sul genere senza spendere troppo. Tecnicamente anche questo specchio e la console andavano nella stanza, ma infine penso che qui dia un tocco più raffinato.

Altre definitive foto e condivisioni quando avrò aggiunto i dettagli e resa ancora più macabra, ma... cribbio, c'è modo di modificare o aggiungere delle anteprime per i post, così da non far diventare il blog più lungo della pala dinebresca? Ohibò.


venerdì 9 settembre 2016

Piacenza e Castell'Arquato, tra medioevo e cimiteri


Non sono brava con questo genere di post turistici, ma questa estate mi sono concessa pochi giri a causa di un trasloco che mi ha tenuta impegnata.
Ma io che del resto mi fingo una vispa becchina, potevo forse evitare il tour per i cimiteri della zona?
Un tour fatto di due uniche tappe in realtà, e di cui le foto non sono molte e non rendono giustizia alla bellezza dei posti citati in titolo.

Piacenza è una città magnifica, ha tutto e un sacco di monumenti e castelli nei paraggi che vanno visti, nonchè chiese gotiche e altre strutture architettoniche.
Questa volta però ho insistito per una visita al cimitero, che mi ha entusiasmato per la sua enormità!
Non solo è suddiviso in diverse aree che non sono riuscita a visitare tutte, ma è ricco di monumenti, cripte e tombe davvero sfarzose, regali, imponenti. Sotto le arcate ci sono le famiglie, probabilmente dei più ricchi o numerosi, tra statue, colonne e veri e propri scenari più che semplici tombe. I fori sono sugli scalini, si da permettere la fuoriuscita dei gas.

Purtroppo non sono riuscita a fotografare le mie preferite, ma rimedierò.
C'era la tomba di uno scrittore, e la lapide era rappresentato dal busto scolpito di una donna che usciva dalla terra, reggendo tra le mani un grosso tomo su cui erano incise belle parole d'amore.
Romantico!
Un'altra sembrava un pozzo uscito da uno scenario fantasy.
C'erano le aree di lapidi in fila, semplici sbozzi di pietra senza nomi ma solo numerate, che mi hanno tanto ricordato lo scenario in cui ho giocato nei panni di Dinebra in questo tempo, senza fronzoli.
Il caldo era troppo, è una gita che va fatta quando è fresco, così il tempo è stato davvero poco, ma quanto basta per incitarmi a tornare e ammirare le meraviglie post mortem!









E Castell'Arquato?
Il cimitero non era così vasto, ma di grande bellezza per la sua immersione nel verde, tra cipressi, pini marittimi e altri alberi da me non identificabili per ignoranza, nonchè la bella vista sulle colline attorno, oltre il parapetto.
Castell'Arquato è un posto in cui il tempo sembra essersi fermato, caratterizzato da strutture sopravvissute all'epoca medievale. C'è il castello con la sua bella piazza, le strade sono tutte fatte di sasso e ciottoli, molte viuzze sono troppo strette per essere praticate con i veicoli, ci sono  molti gradini, i soffitti a volta e ogni dettaglio, anche il più moderno, si rifà allo stile, che siano i cartelli di presentazione o i nomi del bar/locande, la disposizione dei fiori, le piante e altro su cui soffermarsi  rimirando gli scorci.
Prima di puntarmi sul suo cimitero, posterò qualche foto del luogo generale:











Se anche voi avete letto "Via A. Scroto", siamo sulla stessa barca, perdonatemi, bara!
Venendo al cimitero, c'è un grande parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina comodamente, per poi scendere in paese dopo il tour mortifero.
La prima cosa che mi si è presentata, è la facciata con i cipressi:



Dalla strada che porta in paese, la vista è quella che avete visto più in alto, con la torre. Altre visioni:


Proseguendo verso l'entrata del cimitero: uno stradino fiancheggiato da alberi da un lato, e bocche di lupo dall'altro, collegati ai sotterranei dove ci sono i loculi. Qui, la brezza cadaverica c'è per davvero!


Entrata, l'area è comunque grande, ricca di cripte di mattoni, alcune di architettura gotica. Diversi spazi verdi e, come specificato, i luculi sono per lo più nei sotterranei, che scendono per un paio di piani se non ricordo male.













 





 Quella vetrata colorata era magnifica! Unico difetto? Era una giornata troppo bella, troppo azzurra. Un posto in cui tornarci tra l'autunno e l'inverno, non certo a Ferragosto, dove i picchi massimi di calura e afa hanno reso impossibile godersi il giro con la calma necessaria, boccheggiando in cerca di una fontana d'acqua.
Ai fiori però, l'acqua la danno gratis!